I presupposti da cui parte questo libro sono fondamentalmente tre:
1) l'insegnamento linguistico deve basarsi non sulla frase, ma sulla enunciazione, cellula viva della lingua, che si presenta sempre come risposta interpretativa di altre enunciazioni e come rivolta a ottenere a sua volta interpretazioni rispondenti;
2) le enunciazioni vivono nei testi, i testi nei rapporti intertestuali in contesti prossimi e remoti;
3) lo studio della lingua è inseparabile dallo studio della letteratura, perché solo questa, tramite la raffigurazione dei generi diretti del discorso, permette di evidenziare pienamente lo spessore dialogico delle enunciazioni e dei testi. Riguardo a quest'ultimo aspetto il libro si avvale dell'analisi di testi esemplari della letteratura italiana tratti da Dante, Foscolo, Leopardi, Manzoni, Svevo, Pirandello, Morante.
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